ARCHIVIO GENERALE

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La Rivista dell’Associazione Irpinia Nostra del 2009, ricorda Suor Marta Salzillo da Marcianise per i Bombardamenti di Avellino del 1943.

Marta Salzillo, figlia primogenita di una numerosa famiglia, nacque a Marcianise (CE) il 28 luglio 1904.   All’ età di 18 anni, lasciò la famiglia per entrare a far parte della Compagnia delle Figlie della Carità di San Vincenzo de Paoli. Dopo il Noviziato i Su­periori la destinarono all’Ospedale Civile di Palermo dove con­seguì il diploma di Infermiera Professionale e poi quello di Caposala.  La carità, che vuol dire amore, ha fatto di Suor Marta Salzillo la bianca colomba (molti ricordano le Figlie della Carità con la bianca cornetta, sostituita dal velo bleu nel 1964) che spicca il volo sulle miserie del mondo soffermandosi là dove era più sentito il bisogno di assistenza sia fisica che mo­rale. Agli ammalati dell’Ospedale di Palermo ella diede il me­glio di sè e delle sue giovani forze lasciando un gran vuoto quando i Superiori la destinarono all’Ospedale Vittorio Emanuele di Catania.

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Un Patrio Omaggio a Raffaele Iodice che nel 1906 scrive la prima storia sul Crocifisso di Marcianise.

Un Patrio Omaggio a Raffaele Iodice che nel 1906 scrive la prima storia sul Crocifisso di Marcianise.

Raffaele IODICE, Sacerdote, figlio di Domenico e Concetta Maietta, nato a Marcianise il 23.11.1875 e deceduto il 20.11.1965, le sue spoglie riposano nel cimitero comunale.  Sacerdote esemplare e uomo di fede che diede alla stampa alcune pubblicazioni di diversa natura di cui: “Marcianise e il SS. Crocifisso – Cenno storico, indulgenze,    preghiere” Napoli, Stabilimento Tipografico Gennaro Cozzolino 1906.  “In Memoria del Canonico Cantore Michele Musone trapassato nel 28 agosto1913”, Marcianise, Tipografia Giovanni Lasco, 1913.  “S. Venera V. e M. da Acireale (Sicilia) nella leggenda di Marcianise”, Casoria,  TipografiaLa Nascente” 1925.

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FUGACI RIFLESSIONI SULLA FIGURA DI DOMENICO MUSONE

di Antonello Velardi.

Uomo di lettere, sensibile umanista, abilissimo latinista. Ma, soprattutto, punto di riferimento culturale in una realtà chiusa, dove la circolazione delle idee avveniva tra mille difficoltà.  Ecco Domenico Musone, così come appare attraverso un esame della sua at­tività, della sua produzione letteraria e, soprattutto, della sua fitta vita di rela­zione. 

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Nel 1870 – La prima Relazione sulla Storia di Marcianise a firma del Sindaco Nicola Gaglione.

Relazione del Municipio per conseguimento del titolo di Città Marcianise 29 settembre 1870.  <<Al Signor Prefetto della Provincia di Caserta . In risposta alla nota marginata, ed in esecuzione della determinazione presa da codesto onorevole Consiglio di Prefettura, mi pregio di trasmettere alla S.S.Ill.ma per dippìù a praticarsi ed a corredo dell’analoga deliberazione Municipale, le notizie che più concorrono a rendere meritevole questo Comune del lustro di Città.   RELAZIONE : Gli storici asseriscono essere stata qui nel luogo ove è sita Marcianise un tempio Sacro a Marte sin dalle epoche dell’antica Capua, del quale Nume tutelare a ragione si congetture essersi addimantata Marcianise.

 

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Nel 1759- Episodi di camorra durante la costruzione della Reggia di Caserta.

La cronaca  per la costruzione della Reggia (1) ci informa che  <<Già dal 1759 non poche denunzie anonime e qualche ricorso firmato annunciavano al Tanucci un mondo di ruberie, angarie e soprusi commessi dal capitano Sebastiano La Rosa a danno degli operai e degli schiavi di Caserta.  …………

La fornitura dei viveri delle ciurme che, come dicemmo, era data in appalto a un tal Ricci, fu  devoluta, dopo la morte di costui, a un tal Arcibella, assai meno coscienzioso del suo precedessore.  Da allora le cose cominciarono ad andar male; non tanto per colpa dell’Arbicella quanto per le mali arti del Capitano La Rosa, che, con poca gloria della sua divisa, assunse la negotiorum  gestio (….)

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Il Contributo del Padre Salvatore Lener S.J (di Marcianise), alla Revisione del Concordato.

L’Osservatore Romano, 22 febbraio 1984:  Il Prof. Giuseppe Dalla Torre, concluse le trattative tra Santa Sede e Governo italiano, ha rievocato su L’Osservatore Romano la figura di «tre maestri di diritto nella revisione del Concordato». Del suo articolo sono qui di seguito riportate l’introduzione e la parte riguardante il P. Salvatore Lener presentato a fianco di Arturo Carlo Jemolo e Guido Gonella.

Tre uomini: diverse esperienze umane, differenti personalità, modi del tutto personali di essere presenti nel mondo della cul‑ tura, nello svolgersi della vita sociale e politica italiana degli ul­timi cinquant’anni. Tre diversi itinerari esistenziali, dunque, che ad un certo momento — per quei singolari accadimenti che solo una visione provvidenzialistica della storia può spiegare — non solo si trovarono accomunati in una medesima vicenda, de­stinata a protrarsi nel tempo, ma addirittura si trovarono uniti in un comune progetto, con convergenti idealità, pur partendo da situazioni affatto omogenee.

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Un omaggio ad Elpidio Ienco in occasione del 120°anniversario della nascita

ELPIDIO IENCO nacque a Capodrise il 9 febbraio 1892.

Dopo i primi studi al Seminario vescovile, frequentò il Liceo “P.Giannone” di Caserta per quindi conseguire la laurea in Lettere Classiche presso l’Univesità di Napoli e in Lingua e Letteratura Francese presso l’Istituto Universitario Orientale.

Nella città partenopea collaborò alla DIANA, una rivista letteraria diretta da Gherardo Marone, attorno alla quale gravitavano anche altri giovani, come Ungaretti, Valeri, Onofri, Villaroel e li conobbe anche Harukiei Shimoi, un professore dell’Orientale che molto si adoperò in Italia per la conoscenza specie della poesia popolare giapponese, che Ienco su sua traduzione pose in versi.

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