La Rivista dell’Associazione Irpinia Nostra del 2009, ricorda Suor Marta Salzillo da Marcianise per i Bombardamenti di Avellino del 1943.

Marta Salzillo, figlia primogenita di una numerosa famiglia, nacque a Marcianise (CE) il 28 luglio 1904.   All’ età di 18 anni, lasciò la famiglia per entrare a far parte della Compagnia delle Figlie della Carità di San Vincenzo de Paoli. Dopo il Noviziato i Su­periori la destinarono all’Ospedale Civile di Palermo dove con­seguì il diploma di Infermiera Professionale e poi quello di Caposala.  La carità, che vuol dire amore, ha fatto di Suor Marta Salzillo la bianca colomba (molti ricordano le Figlie della Carità con la bianca cornetta, sostituita dal velo bleu nel 1964) che spicca il volo sulle miserie del mondo soffermandosi là dove era più sentito il bisogno di assistenza sia fisica che mo­rale. Agli ammalati dell’Ospedale di Palermo ella diede il me­glio di sè e delle sue giovani forze lasciando un gran vuoto quando i Superiori la destinarono all’Ospedale Vittorio Emanuele di Catania.

Dopo qualche anno, appena trentaduenne, fu inviata, in qualità di Superiora all’Ospedale Civile di Agrigento. Ma un nuovo campo di lavoro attendeva la nostra Sorella : l’Ospedale di Avellino, dove fu mandata in pieno periodo bellico. Qui le difficoltà giornaliere erano enormi sia per mancanza di viveri che di medicinali. Presso questa città ed in questo Ospedale Suor Salzillo scrisse le pagine più belle della sua vita di Suora.

Intanto nubi dense di tristi presagi si avvicinavano sempre di più e con essi la rovina e la distruzione dell’intera cittàa seguito dei bombardamenti che si susseguirono ad ondatecontinue, fino a quando la città, compreso l’Ospedale, furono rovinosamente bombardati. I morti venivano ammucchiati nell’atrio dell’ospedale e, all’arrivo degli americani, onde evitare infezioni ed epidemie, quei poveri corpi martoriati divennero un’immensa torcia umana. Prima ancora dell’arrivo dell’esercito americano, tutti scapparono, medici ed infermieri, e quando non fu più possibile reperire alcun medico, Suor Salzillo con poco consorelle rimaste, continuò 1’ammirevole opera di assistenza e cura dei feriti straziati dalle bombe, veri angeli di carità che si prodigavano per sottrarre a morte sicura quei feriti o ma1ati che cure  ed assistenza immediata avrebbero ancora potuto salvare. E’ bene ricordare che anche la vita di Suor Salzillo fu salva per miracolo, sia dagli innumerevoli bombardamenti, sia perchè durante un mitragliamento trovò salvezza nella inca­vatura di un grosso tronco di albero secolare. Frattanto gravosi compiti di cura ed assistenza ai feriti e agli ammalati attendevano la nostra Suor Salzillo.  Provvidenzialmente in tan­to squallore e miseria l’arrivo del ricordato Tenente Medico Domenico Laudicina, di Trapani, che per mera causalità e a seguito di eventi bellici  si trovò ad Avellino. Insieme organizzarono l’ospedale di fortuna presso l’istituto Agrario.   Ad entrambi venne poi attribuito il più vivo elogio della cittadi­nanza avellinese che, sul giornale dell’epoca, “L’Amico del Popolo” così esprimeva la riconoscenza della città. “Tributiamo il più vivo elogio al tenente Medico dott.Domenico Laudicinia che, sprezzante di ogni pericolo per curare, nella totale assenza del personale sanitario, oltre un centinaio di feriti, ne fece effettua­re il trasporto nel Regio Istituto Agrario con la collaborazione di quell’infaticabile Angelo della Carità che è Suor Marta Salzillo, Madre Superiora dell’Ospedale”. E’ ancora il Prefetto di Avellino esprimendo il suo vivo compiacimento  per l’opera  prestata , scriveva  al Commissario Prefettizio dell’Ospedale: “Alle Figlie della Carità, alle quali fu sempre mira­bile l’esempio della Madre Superiora Suor Marta Salzillo, dite che già sapevo dell’opera preziosa svolta nel nobilissimo ministero nella precedente sede dell’ospedale e che ho seguito con Schietta ammirazione l’infaticabile, continua, vigile, amorosa e  sollecita attività verso quanti delle loro premurose cure si giovarono e continueranno a giovarsi”. Mentre lo stesso Commissario Prefettizio, Prof. Lorenzo Ferrante, nella relazione sul fun­zionamento dell’Ospedale di Avellino, così scriveva al Pre­fetto in data 3 dicembre 1943: “…Lodevole oltre ogni dire è sta­ta l’opera delle Figlie della Carità, alle quali fu sempre mirabile esempio la Madre Superiora Suor Marta Salzillo. Dalle prime tragiche ore del 14 settembre fino al momento di lasciare l’Istituto  Agrario, le Suore, sempre infaticabili, furono al loro posto di lavoro e di pietà, confermando la nobile tradizione della loro benemerita Istituzione”.

Dopo Avellino la troviamo a Benevento impegnata ad organizzare i servizi per il buon funzionamento del nuovo Ospedale inaugurato nel 1945. Sue ultime sedi ospedaliere furono l’Ospedale di Taranto ed infine Lecce dove concluse la sua in­tensa attività di dono totale a Dio attraverso il servizio dei ma­lati. Ma un nuovo campo di lavoro l’attendeva ancora: la dire­zione della Casa di Riposo di Marigliano, sita in un antico Castello Ducale, che accoglieva al suo arrivo una durissima prova: il terremoto del 1980. Le Suore e lei stessa scamparono miracolosamente alla morte. Il Castello era notevolmente dan­neggiato per cui ella fu costretta a separarsi da molte sue com­pagne che raggiunsero altre sedi. Ma la catastrofe non indebolì le sue energie e per quanto avanti negli anni, ebbe il coraggio di affrontare le difficoltà della burocrazia per ottenere i fondi necessari per il restauro e la riattazione del suddetto palazzo ducale.

Il 4 agosto 1995 Suor Marta morì in Marigliano. Suor Salzillo ha lasciato un’impronta tutta particolare in quest’oasi di pace e di preghiera non solo per le opere effettuate, ma soprat­tutto per il suo spirito di pietà, di amore ai poveri ed il suo senso spiccato di bontà, di maternità e di prudenza. La sua testimonianza di carità è stato di esempio per le generazioni presenti e future.

 Cfr. pp. 61-64  Rivista della Congregazione .

 Cfr. La Rivista dell’Associazione Irpinia Nostra, Anno 3, numero 9-12 settembre –dicembre 2009,  a p.16 è ricordata ancora la figura di Suor Marta Salzillo per i micidiali bombardamenti di Avellino 1943.

 Cfr. Rassegna Storica dei Comuni Vol.13, Anno 1996-98 pag.178 e 179, a cura dell’Istituto di Studi Atellani. Riporta la recensione sul volume  “ Le figlie della carità di Avellino”,  Ed.1997.   Sosio Capasso scrive che Andrea Massaro è un storico attento e scrupoloso  e sottolinea <<….. Fra le Suore che si prodigarono per alleviare le sofferenze degli ammalati, per educare i bambini orfani, o poveri, o abbandonati, per avviare ad una vita virtuosa e serena le giovanette ricordiamo Marta Salzillo, nata a Marcianise (CE) il 28 luglio 1904 ed Angelica Bellipanni, nata a Napoli il 30 novembre 1908, particolarmente attiva nei giorni tremendi dei bombardamenti alleati nel settembre 1943..>>

 

A cura di Donato Musone

 

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