Dalla cronaca: Nell’anno 1946, quando ormai la 2^Guerra era al termine, gli americani erano accampati nei d’intorni di Marcianise ed erano a contatto con la popolazione, per cui, soprattutto coi giovani, cercavamo di familiarizzare con la popolazione della città. Così alcuni giovani si avvicinavano al campo stesso per uno scambio di beni voluttuari, tipo cioccolato, caramelle, noci e altro. In data 15 aprile, durante la settimana di Pasqua, alcuni ragazzi, dopo aver raccolto noci in campagna, cercavano di fare scambio con alcuni americani per ricevere, golosamente, delle cioccolate e caramelle nei pressi del campo, in un momento particolare di confusione, un soldato americano di colore sparò e il malcapitato fu Francesco Di Giovanni, un ragazzo di circa 14 anni, accompagnato in quel momento da un amico di nome Silvestro Iodice, abitati in Via F. Quercia, anche lui di circa 14 anni.
Tutto ciò alle ore 10/11 circa di quel famoso 15 aprile. Il ragazzo Francesco faceva parte di una famiglia di otto figli e i due genitori. Si può immaginare la tristezza e il dolore dei genitori e dei sette fratelli e sorelle. Al pomeriggio dello stesso giorno il corpo di Francesco veniva consegnato ai familiari in via Federico Quercia al nr. civico (attuale) 18, su una Jep americana e con 3 poliziotti americani con casco bianco e strisce, (il fratello Giuseppe ricorda ancora la scena nel cortile di casa). Il corpo avvolto in una coperta, è stata conservata per tantissimi anni in ricordo di Francesco. La mamma Maria aveva saputo la notizia mentre cuoceva della verdura e il “migliaccio” con fuoco a legna per il pranzo di Francesco e di tutta la famiglia. L’amico Silvestro, tutt’ora vivente, ricorda il momento e i fatti (sparo – noci – soldato di colore e altro) avvenuti in quel famoso momento del 15 aprile 1946. Il Soldato, americano di colore, che aveva sparato dal campo, fu processato e messo in galera, non si sa per quanto tempo. Alla mamma di Francesco, Quistione Maria, fu riconosciuta una pensione che alla sua morte (26.1980) la stessa passò al marito Luigi Di Giovanni. Ancora viventi i fratelli Di Giovanni: Gaetano, Giuseppe, Michele e Salvatore.(a cura di Donato Musone)