Luca Palermo “Raffaele Uccella. Scultore. 1884-1920

Autore: Luca Palermo
Titolo: Raffaele Uccella. Scultore. 1884-1920
Presentazione della Prof.ssa Gaia Salvatori, Seconda Università degli Studi di Napoli

Descrizione:  Volume 17 cm x 24 cm    pp: 186    
Con nr. 71 Illustrazioni Colori.

Litonew s.a.s. di Napoli

Editore:  Collana Risvegli Culturali , 2012
ISBN 9788890540233

Euro 15,00

Raffaele Uccella, Scultore,  nato a S.Maria C.V. nel 1884 e morto nel 1920.,

….. L’arte di Raffaele Uccella, meriterebbe rinnovata attenzione affinché il pubblico possa accorgersi dello spessore insito nell’opera di questo esponente del tardo simbolismo europeo intriso di umori spiritualisti ed aspirazioni totalizzanti che abbracciano più arti (critica, musica, teatro, architettura) e più interessi culturali (letteratura, poesia, politica e impegno sociale) di cui la scultura è stata miracolosamente il perno. dalla prefazione al volume della prof.ssa gaia salvatori, seconda Università degli Studi di Napoli […]

 L’Autore: Pur partendo dalla tradizione scultorea campana (di artisti come Vincenzo Gemito ed Achille d’Orsi) Raffaele Uccella, da subito, avverte il bisogno di aggiornarsi sugli sviluppi artistici extra-regionali ed europei. Nonostante l’importanza di Raffaele Uccella nel panorama artistico e culturale della Campania e della nostra penisola nel periodo in cui visse, dopo la sua morte non gli è stata tributata, da parte di storici e critici, né tantomeno da parte di curatori di mostre, la giusta attenzione.  L’anno successivo alla sua scomparsa, il 3 aprile 1921, alcune sue opere furono esposte in occasione della mostra dei Grigio – Verdi, svoltasi a Napoli, alla quale la rivista Cimento dedicò ampio spazio (riportando anche fotografie di opere dello scultore sammaritano) nel numero del 1 gennaio 1922.

A tenere vivo il ricordo di Raffaele Uccella, ha provato anche il poeta ed amico Elpidio Jenco organizzando, tra il 1956 e il 1957, due retrospettive a lui dedicate presso il teatro Garibaldi di Santa Maria Capua Vetere. La stampa e i mass-media sembrarono sensibili all’evento ed articoli a riguardo comparvero sulle pagine de La Gazzetta Aversana, de La Diana e del Roma. Della retrospettiva del 1956 non si interessò solo la carta stampata. Un piccolo spazio fu dedicato alla mostra anche dal programma televisivo Colpi d’Obiettivo diretto da Sandro Parravicini per conto dell’Istituto Luce (durante le mie ricerche sono riuscito a recuperarne il video). Il filmato riprende il momento dell’inaugurazione dell’evento e la personalità e le capacità artistiche di Raffaele Uccella sono accostate alla grandezza stilistica di Medardo Rosso. Nel filmato sono visibili parte delle opere esposte, tra cui alcuni lavori oggi andati dispersi o in collezioni private di cui si è persa ogni traccia: Inno alla vita, Champagne nuziale, Il Bacio, Rudimenti, L’Alpinista, Ragazza con la nocca, La Vanitosa e Riccioli d’oro.

Dopo la retrospettiva del 1957, il giovane scultore sammaritano ha vissuto un lungo periodo di oblio. Un primo recupero critico e storiografico fu tentato, intorno agli anni Settanta da Paolo Ricci, Ferdinando Bologna, Enrico Crispolti, Lea Vergine e Raffaello Causa. Quest’ultimo in particolare, nell’articolo apparso sulle pagine de La Palestra, resosi conto dell’ingiusto oblio in cui era caduta la figura di Raffaele Uccella, parlò di un “difficile riscatto” che lo scultore sammaritano avrebbe meritato al fine di guadagnare il suo giusto posto nella storia dell’arte italiana.

Paolo Ricci, nel 1976, recuperò ed espose alcuni lavori di Uccella presso la Mostra d’Oltremare in occasione della mostra Arti decorative a Napoli dall’età ubertina al tempo del liberty.

Dopo questa occasione si dovette aspettare ben dieci anni prima che la scultura di Raffaele Uccella tornasse agli onori della cronaca grazie alla mostra, curata da Maria Antonietta Picone Petrusa In Margine. Artisti napoletani fra tradizione e opposizione. 1909 – 1923. Tuttavia, spentisi i riflettori dell’evento, ancora una volta, le opere dello scultore di Santa Maria Capua Vetere tornarono ad essere messe da parte.

Fu solo molti anni dopo che Gaia Salvatori (già membro del comitato scientifico e collaboratrice per la curatela per la mostra del 1986) tornò a far luce sulle opere di Raffaele Uccella in occasione di un volume sulla storia del Museo campano di Capua nel quale, ad oggi, è conservato il nucleo più consistente delle sue opere.

Un’occasione, a mio parere, persa per tornare a riflettere su questa figura dai poliedrici interessi, è stata la mostra Eccellenze a Napoli a tutto tondo. Da Amendola a Tizzano. Scultori tra Otto e Novecento, curata nel 2011 da Diego Esposito. In tale occasione non fu esposta alcun’opera dello scultore sammaritano, limitandosi alla pubblicazione in catalogo di una piccola foto dell’opera La vanitosa. In questa occasione, tuttavia, furono presentate opere del suo maestro Achille d’Orsi, di Vincenzo Gemito, di Saverio Gatto, di Giovanni Tizzano e di altri scultori che vissero e lavorarono, più o meno, negli stessi anni in cui, con grandi sforzi, Raffaele Uccella cercava di ritagliarsi uno spazio nel panorama artistico italiano.

Questa monografia vuole, quindi, ridare lustro alla figura dello scultore sammaritano, affinchè diventi occasione di una più ampia considerazione delle vicende artistiche di Terra di Lavoro, troppo spesso relegata ai margini rispetto al capoluogo campano ed altri centri italiani, ma nel quale vissero e lasciarono tracce del loro passaggio artisti come il compositore Martucci, lo scultore Jerace, il poeta Jenco e personalità del calibro di Sossio Gigliofiorito, Giulio Marone etc . . Luca Palermo

 

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