Nacque a Marcianise il 28 Marzo 1845. Fece gli studi classici e teologici nel Seminario di Capua, ove emerse per vivacità di ingegno e serietà di intenti, sì da meritarsi premi ed encomi, ed a 24 anni fu ordinato Sacerdote.
Temperamento esuberante e volitivo, non seppe contenere la realizzazione dei suoi ideali nel solo Ministero Sacerdotale, e conseguito il titolo, insegnò nelle pubbliche scuole della nostra Città per 17 anni.
In questa nobile attività, seppe ispirare nei suoi allievi, tale venerazione, che parecchi di essi, pur avendo raggiunto posti distintissimi nel campo intellettuale, lo chiamavano Maestro per un senso di grato ricordo.
Nel 1897 l’Illustre Cardinale Capecelatro, conscio dei suoi meriti eccezionali, gli affidò l’insegnamento della Teologia Dommatica nel Seminario di Capua, ma fu costretto chiedere di essere dispensato dall’ambitissimo incarico, per le cagionevoli condizioni della sua salute.
Il 28 Marzo 1898 fu nominato Canonico della nostra Collegiata; due anni dopo, in seguito a concorso ebbe la cattedra di Teologo, e successivamente fu Cantore, Primicerio e Vicario Foraneo.
Nel 1921 ebbe la onorificenza di Cavaliere, e nel 1922 fu investito delle ambitissime insegne di Protonotario Apostolico, col titolo di Monsignore.
Ma, a prescindere dalla luminosa carriera ecclesiastica, Mons. Tartaglione lasciò imperituro ricordo del suo nome per due specchiate virtù: fu un geniale poeta ed un gran filantropo.
Nel 1930, a cura del nipote Can. D. Pasquale Tartaglione, fu dato alle stampe un volume in cui sono raccolti circa 200 componimenti poetici di vario metro, ed alcuni discorsi, di cui rimaneva traccia dei tanti pronunziati.
Da esso si rileva la chiarezza e spontaneità delle concezioni e la simpaticissima vena poetica, perchè egli ebbe a trattare svariatissimi soggetti, in versi facili e scorrevoli, con tal freschezza di idee, da riuscire sempre gradito.
Fu un gran filantropo, perchè fornito di largo censo, profuse ricchezze non indifferenti, con serafica abnegazione, per la restaurazione di molte Chiese, che ne recano la sua benefica e provvida impronta.
Nel 1913 restaurò la Chiesa della Madonna della Libera; successivamente eresse l’altare maggiore in marmo nella Chiesa dei Frati Minori, l’altare della Madonna delle Grazie nella Chiesa di S. Carlo, arricchì di sontuoso impianto elettrico la Chiesetta delle Suore di S. Anna, ne abbellì la Sagrestia, e fece decorare la Chiesa della Confraternita di San Giovanni.
Ma dove ebbe modo di palesarsi in tutta la sua nobiltà, la sua fervente passione alla casa di Dio, fu nel nostro Duomo. Non vi è angolo di esso che, reso più bello, non lo decanti con gratitudine; ne curò la doratura alla navata centrale, la pittura alle navate laterali ed alla crociera; abbellì la Cappella del Sacramento con pitture e con marmi; decorò la Cappella del Cuore di Gesù; rimosse il vecchio organo dall’antica sede, collocandolo in posto più austero, e modernizzandolo nei suoni; costruì la nuova cappella di S. Giuseppe e vi appose le due statue in essa esistenti.
Nel 1925 fondò due Canonicati, aumentando a 12 il numero dei componenti il nostro Capitolo Collegiale, al quale donò anche L. 100,000 per legati di messe.
Lasciò altre L. 40.000 alla Comunità delle nostre Suore Teresiane, con obbligo di prelevare dalla rendita la somma necessaria per far celebrare la Messa nei dì festivi, nella loro Cappella.
Per tutte le cennate opere egli profuse centinaia di migliaia di lire; le Autorità Civili e religiose vollero tramandare ai posteri la sua opera indimenticabile, eternandola in una tavola di marmo, apposta al pilastro interno della porta del nostro Duomo.
Morì il 13 Dicembre 1935 all’età di 91 anni, chiudendo con orgoglio la sua lunga e laboriosa esistenza.
Temperamento esuberante e volitivo, non seppe contenere la realizzazione dei suoi ideali nel solo Ministero Sacerdotale, e conseguito il titolo, insegnò nelle pubbliche scuole della nostra Città per 17 anni.
In questa nobile attività, seppe ispirare nei suoi allievi, tale venerazione, che parecchi di essi, pur avendo raggiunto posti distintissimi nel campo intellettuale, lo chiamavano Maestro per un senso di grato ricordo.
Nel 1897 l’Illustre Cardinale Capecelatro, conscio dei suoi meriti eccezionali, gli affidò l’insegnamento della Teologia Dommatica nel Seminario di Capua, ma fu costretto chiedere di essere dispensato dall’ambitissimo incarico, per le cagionevoli condizioni della sua salute.
Il 28 Marzo 1898 fu nominato Canonico della nostra Collegiata; due anni dopo, in seguito a concorso ebbe la cattedra di Teologo, e successivamente fu Cantore, Primicerio e Vicario Foraneo.
Nel 1921 ebbe la onorificenza di Cavaliere, e nel 1922 fu investito delle ambitissime insegne di Protonotario Apostolico, col titolo di Monsignore.
Ma, a prescindere dalla luminosa carriera ecclesiastica, Mons. Tartaglione lasciò imperituro ricordo del suo nome per due specchiate virtù: fu un geniale poeta ed un gran filantropo.
Nel 1930, a cura del nipote Can. D. Pasquale Tartaglione, fu dato alle stampe un volume in cui sono raccolti circa 200 componimenti poetici di vario metro, ed alcuni discorsi, di cui rimaneva traccia dei tanti pronunziati.
Da esso si rileva la chiarezza e spontaneità delle concezioni e la simpaticissima vena poetica, perchè egli ebbe a trattare svariatissimi soggetti, in versi facili e scorrevoli, con tal freschezza di idee, da riuscire sempre gradito.
Fu un gran filantropo, perchè fornito di largo censo, profuse ricchezze non indifferenti, con serafica abnegazione, per la restaurazione di molte Chiese, che ne recano la sua benefica e provvida impronta.
Nel 1913 restaurò la Chiesa della Madonna della Libera; successivamente eresse l’altare maggiore in marmo nella Chiesa dei Frati Minori, l’altare della Madonna delle Grazie nella Chiesa di S. Carlo, arricchì di sontuoso impianto elettrico la Chiesetta delle Suore di S. Anna, ne abbellì la Sagrestia, e fece decorare la Chiesa della Confraternita di San Giovanni.
Ma dove ebbe modo di palesarsi in tutta la sua nobiltà, la sua fervente passione alla casa di Dio, fu nel nostro Duomo. Non vi è angolo di esso che, reso più bello, non lo decanti con gratitudine; ne curò la doratura alla navata centrale, la pittura alle navate laterali ed alla crociera; abbellì la Cappella del Sacramento con pitture e con marmi; decorò la Cappella del Cuore di Gesù; rimosse il vecchio organo dall’antica sede, collocandolo in posto più austero, e modernizzandolo nei suoni; costruì la nuova cappella di S. Giuseppe e vi appose le due statue in essa esistenti.
Nel 1925 fondò due Canonicati, aumentando a 12 il numero dei componenti il nostro Capitolo Collegiale, al quale donò anche L. 100,000 per legati di messe.
Lasciò altre L. 40.000 alla Comunità delle nostre Suore Teresiane, con obbligo di prelevare dalla rendita la somma necessaria per far celebrare la Messa nei dì festivi, nella loro Cappella.
Per tutte le cennate opere egli profuse centinaia di migliaia di lire; le Autorità Civili e religiose vollero tramandare ai posteri la sua opera indimenticabile, eternandola in una tavola di marmo, apposta al pilastro interno della porta del nostro Duomo.
Morì il 13 Dicembre 1935 all’età di 91 anni, chiudendo con orgoglio la sua lunga e laboriosa esistenza.