Si rileva prima di ogni altro da questo trattato, che il Petruolo era un Professore di Medicina, e visse a Marcianise nella fine del 1700 e nel principio del 1800.
Egli nel contesto di 212 facciate, si propone di costatare e mettere in rilievo le cause determinanti delle malattie più frequenti in rapporto ai luoghi, ed al sistema di vita dei nostri lavoratori, massime della terra; ed in omaggio alla sua profonda cultura ed esperienza, dà provvidi consigli per prevenire i mali, e per la difesa della nostra salute.
L’opera, oltre che il pregio scientifico di gran rilievo, mostra il grande amore che aveva questo dotto per il suo paese nativo, sentimento che altamente lo onora, e che impone a noi una venerazione imperitura.
Nelle cause determinanti, mette in evidenza le seguenti: le acque dei pozzi sono torbide e pesanti, perché sorgono a poca profondità dalla superficie; buona parte dell’anno, nei nostri cortili si veggono infradiciare i cumuli di letame; a poca distanza da Marcianise vi sono varii laghi per la macerazione della canape, e da Luglio a Settembre le acque in essi contenute, per vengono all’ultimo grado di putrefazione, e sono oltremodo puzzolenti.
A questi inconvenienti, si aggiungono quelli inerenti la vita degli abitanti, in particolare dei contadini; l’umido freddo al quale si espongono nell’andare la mattina nelle prime ore al lavoro; i piedi sono a mezza gamba, per l’intero corso della giornata, a contatto con la umida terra, il riscaldamento che segue alla fatica, e represso da improvvisi freddi e subitanee piogge; i cibi pravi e di cruda digestione; i varii animali che ricettano in povere stalle, prossime alle loro abitazioni; nei mesi di estate, ora sono esposti lingamente e forzatamente al sole, ora tuffati in quelle putride acque dei laghi.
Ritengo inutile far cenno ai consigli che dà, perché essi sono ampiamente trattati con criteri scientifici, impari alle mie forze, e perché mi dilungherei molto.
Del resto per buona fortuna, alcuni inconvenienti, col decorso del tempo fin’oggi sono stati ovviati, come quello dell’acqua (con la provvida venuta dell’acqua del serino), alcuni altri si sono fortunatamente attenuati (come l’igiene dei nostri cortili ed il tenore di vita dei nostri concittadini).
C’è da augurarsi che lo sforzo costante, ammirevole sempre, delle nestre autorità, raggiunga in in materia di igiene quei risultati, a cui si orienta il Petruolo, e che sono la meta agognata di ogni figlio cosciente di questa nostra laboriosa e ricca Città.
Il pregio della pubblicazione del Petruolo, traspare sopratutto dalla lettera che gli inviò il celebre Prof. Domenico Cotugno, a cui egli ebbe a dedicare il suo lavoro, riportato a pag. 213 del succennato volume, e che qui appresso trascrivo.
Caserta, 11 Giugno 1802 per Marcianise.
Signore D. Giuseppe Stimatissimo
Nel libro sulle Malattie più frequenti in Marcianise, sua patria, che V. S. ha scritto e pubblicato, ed ha avuto la cortesia di dirigermi, ho scorto, che il fine, che lo ha mosso a tessere e render comune quel suo lavoro, deggia essere riputato onestissimo.
Ha voluto beneficiare i suoi, e questo è il primo degli umani doveri.
E’ disgrazia, che un paese tanto fetrile e popolato, ed abbondante di uomini attivi e di talento, abbia nella sua località quei svantaggi, che V. S. ci ha rilevati.
Ma è pur per esso una fortuna, che abbia nel suo seno uomini capaci di conoscerli, e di proporre utili espedienti per emendarli, almeno in parte.
Abbenché in questo merito di beneficenza ha voluto avere una picciola parte la provvida Natura, cingendolo dappertutto di una copiosa, e vigorissima vegetazione, emendatrice potente dei grandi guasti, che l’aria subisce.
L’attività e lo spirito agricolo dei suoi abitanti, mentre la sostiene e la promuove, concorre senza forse accorgersene a tanto bene.
E se malgrado ciò i mali pur vengono, come dapertutto, certamente a quelli della sua patria, ha V. S. proposti validi e classici ripari, tratti dai puri fonti delle autorità d’uomini approvatissimi, e più della vera maestra, qual’è la esperienza.
Mi congratulo seco dello zelo, col quale ha tanto utilmente impiegato i suoi talenti, e prego Iddio, che dovrebbero pure imitarvi, ciascuno nel paese di sua pertinenza; e non scusarsi col pretesto di languire nei piccoli paesi; come se non avessero lungi dal tumulto delle Capitali, più comodo d’istruirsi e rendersi utili. Il primo fondo della sapienza è nella nostra energia, che mai non ci lascia quando nol vogliamo.
Sono pieno di stima. — Di V. S. Ill.ma — Devotissimo ed obbligatissimo Servo — Domenico Cotugno.
Scrisse anche il Petruolo una Dissertazione sulla maniera di vivere in Marcianise in lodevole salute, ed un Saggio di osservazioni sulla malattia colerica, pubblicati in Napoli nel 1837. Il Petruolo morì di oltre 80 anni, nel 1849.