l’’8 Maggio « ‘A SCIURIATA »

 Sono i primi giorni del mese di maggio. Marcianise è piena di fervori per la ricorrenza di S. Mi­chele, suo patrono.  Le giovanette, stanche per il lavoro svolto nei cam­pi, aspettano con ansia l’8 maggio, giorno della festa.     Sono, inoltre, curiose di vedere chi di loro avrà ‘a sciuriata, se sarà « a dispetto » o « favore ».

« A dispetto», per lo sdegno dell’innamorato verso la fanciulla che lo ha rifiutato oppure offeso; egli metterà davanti alla casa della giovinetta: ‘sammuci’ e altre erbe puzzolenti, lucertole uccise, serpenti velenosi ecc.

Se sarà <<‘a favore’>>, invece, l’innamorato farà alla ragazza una serenata, perchè nutre verso di lei un amore profondo, e spargerà davanti alla sua casa fiori ed erbe oderose.

In questo modo rivelerà il suo sentimento. Tutte le ragazze, belle o brutte che siano, in que­sto giorno indosseranno bei vestiti per farsi notare dai ragazzi del paese. Io, che sono la più povera tra le mie amiche, resto fuori da questa gioia, perché non ho un ve­stito nuovo e i soldi indispensabili per comprarlo.

Vado in campagna da sola per raccogliere dei fiori e per far mangiare gli uccellini. Mentre passeggio per le viuzze di campagna, incontro una vecchietta alla quale confido il perché della mia tristezza e perché non sono con le altre ragazze. Ella mi ascolta e con parole semplici mi dice di non preoccuparmi e di non perdere mai la speranza.  Non so perché, ma tutto ad un tratto incomincio ad essere diversa, mi sento più serena.

Finalmente arriva il tanto atteso giorno che tutti aspettavamo.

Sin dalle prime luci dell’alba si nota un via vai di persone curiose di sapere quali ragazze hanno avuto ‘a sciuriata’.

Io, invece, sto ferma nella mia stanzetta, poi apro l’armadio, che vedo?! Quasi non ci credo, è un vestito non sfarzoso ma alquanto semplice, come piace a me.

Lo indosso e mi affaccio dalla mia finestra ad aspettare  chissà che cosa. Ad un tratto sento una voce misterosa mi dice: Bella fanciulla. Guardo con attenzione e un ragazzo, in mano ha una piccola rosa, la più bella che io abbia visto, non aveva altro perché era povero.   Ad un tratto una stella cade dal cielo, esprimo un desiderio. L’atmosfera intorno è serena, nell’aria si sente un’allegria che avvolge i cuori delle giovinette. I loro occhi, nei quali è ancora riflessa la luce delle stelle; splendono come tante candele sparse nel vuoto.

          Colella M. Giuseppina

Scuola Media Cavour III sez.A

a cura di Donato Musone

 Dal volume Poesie, Prose e Temi, a cura dell’Assessorato alla P.I. Ins.Andrea Galantuomo,  p. 152-  153.

(citarne la fonte)

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