ARCHIVIO GENERALE

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Francesco PICCOLO (1) : I Vescovi NATALE e DE FELICE tra Giacobinismo e Conservazione. (Relazione tenuta a Marcianise il 7 Marzo 2014 all’interno dell’iniziativa del locale Cenacolo Artistico – Letterario: Dalla rivoluzione a Napoli del 1799 alla nascita del nuovo Stato)

  L’esperienza della Repubblica Partenopea fu molto breve, dal gennaio a giugno del 1799 : iniziata dopo la fuga di Ferdinando IV in Sicilia, rovino’, dopo appena cinque mesi dalla sua costituzione travolta dall’Esercito della Santa Fede, guidato, per conto dei Borboni, dal Cardinale F. Ruffo. Basto’ la scomparsa dei francesi, richiamati al Nord dall’arrivo degli austro-russi , perche’ tutto crollasse. Cio’ significa che la Repubblica, pur sostenuta dal fior fiore della borghesia e dell’aristocrazia illuminata, era intrinsecamente debolissima. E Vincenzo Cuoco nel suo “Saggio Storico sulla rivoluzione napoletana” con spregiudicatezza indico’ le ragioni di questo rapido crollo nel distacco tra i patrioti e le masse contadine e cittadine della stessa Napoli (i Lazzaroni). Tale distacco nasceva dall’ “astrattezza” delle idee e dall’estremismo dei Giacobini, che erano scollegati da un popolo completamente impreparato e colto di sorpresa  e che avevano voluto imporre nel Mezzogiorno d’Italia leggi e programmi generati in un’altra terra e in un diverso contesto storico.

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La Congregazione di Carità di Marcianise fino al 1937.

 

Nicola de Paulis , Avvocato), (1890-1971), Cultore di Storia Patria, ci informa (1) che  “La Nostra Congregazione di Carita’ è oggi una delle più ricche d’Italia, col suo patrimonio valutato oltre 700.000.000 di lire, in contanti, territori e costruzioni edilizie.

Originariamente  questa  Pia  Istituzione  si  limitava  ad  amministrare  il  patrimonio  della  Casa Santa dell’Annunziata, sorta nel  X  Secolo,  epoca  in  cui  fu  costruita  la  prima Chiesa dedicata  alla  SS.  Annunziata;  alla Congregazione erano preposti 5 Governatori laici, ed alla Chiesa 24 Cappellani.

Nel  XIII  Secolo  la  prima  Chiesa fu sostituita da altra più ampia,  con  annesso  Ospedale;  da  quell’epoca  l’Opera  Pia  cominciò  a  denominarsi  anche  «Casa  Santa  ed  Ospedale» per lo sviluppo  che   già   aveva   assunta   la   beneficenza  ospedaliera, la  quale,  insieme  al  culto  della  Chiesa, costituiva la principale finalità dell’Ente.

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ORIGINE DEL FEUDO DEL CASTELLO D’AJROLA DELLA TERRA DI MARCIANISE a cura di Donato Musone

Piccolo estratto:

– Relazione, Pei Municipi di Marcianise, Capodrise e San Marco Ev. contro il Duca di Bovino, Giovanni Battista Guevara Suardo, depositata presso la 3^Sezione della Corte di Appello di Napoli, Edizione di Gabriele Argento, Napoli 1872.

 – Pubblicazione Per Signori Germani Duca di Bovino Gio.Battista e Canonichessa Mariantonia Guevara-Suardo contro i Comuni di Marcianise, Capodrise e S.Marco Evangelista in Terra di Lavoro, per la vagheggiata divisione del demanio ex feudale di Castellariolla, Dinanzi al Prefetto di Terra di Lavoro Commissario ripartitore, Napoli 1873.

Origine del Feudo: Alla Corte del secondo Carlo, l’Angioino, in su lo scorcio del XIII secolo, era Giletto Malbohe Valletto famigliare di lui; uomo che per sua fedeltà  seppe ben meritare appresso quel Principe. La quale virtù gli valse a titolo di aver concesso in feudo nobile la Terra di Airola nelle pertinenze di Capua, con le prerogative maggiori che le condizione dei tempi sapevan permettere (doc. orig. Nr. 1). Da Giletto passò ad Egidio Malbhoe; e costui morto fu devoluto al Fisco.  Erano nelle buone grazie di Re Roberto, della stessa razza, i due fratelli Ingerraimo e Riccario di Stella, il primo Arcivescovo di Capua e Cancelliere del Regno; tesoriere l’altro e famigliare di Corte: i quali germani meritarono verso il cominciare del secolo XIV secolo la investitura dello stesso Feudo, ma sino a che le loro vite durassero (Docum. Orig. Nr.2.)

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DOMENICO ROSATO (1): ELEONORA PIMENTEL (Relazione tenuta a Marcianise il 7 febbraio 2014 all’interno dell’iniziativa del locale Cenacolo Artistico -Letterario: Dalla rivoluzione a Napoli del 1799 alla nascita del nuovo Stato)

 In via preliminare devo ricordare che l’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici ha il merito di aver richiamato alla memoria collettiva le vicende della Repubblica Partenopea del 1799, dei suoi protagonisti, continuando la sua azione di contribuire alla crescita della cultura nel nostro paese.

Eleonora Pimentel è certamente una protagonista di questa vicenda, che,  se pure breve nel tempo, ha gettato le basi per una riflessione più ampia e per un’azione più largamente consapevole, funzionale alla unità della nostra Italia.

Di Eleonora si ricorda l’impegno politico e culturale, profuso nei mesi della Repubblica, fino alla morte, comune del resto a tanti intellettuali, che costituivano il prestigio in Europa della cultura napoletana. Non so se Napoli si sia ancora rimessa da allora.

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Alberto Marino: Un “ricordo” di Pietro Zinzi

Se mi chiedete:”Con chi hai avuto più contrasti verbali e di idee nella tua vita?” Vi risponderò:”Con Pietro Zinzi!” Pensereste:”Allora vi guardavate in cagnesco?” No, no, no: ci volevamo un gran bene, come due cugini, come realmente eravamo: le nostre mamme erano sorelle. Era sempre un fiume in piena che travolge tutto quello che incontra sulla sua via, perché deve…

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1743 – IL CATASTO ONCIARIO DEL CASTELLO D’AYROLA – I primi nuclei familiari del Casato Musone (Vassalli) .

1.Andrea Mosone di Nicola  Barbiere e Trombettiere abita a Casapulla(antenato del Musicista Maestro Pietro  Musone di Casapulla)

 2.Domenico Musone fu Marco fatigatore di campagna di anni 35, abita nella Terra di Marcianise in una casa che possiede comune ed indiviso con Matteso Mosone suo fratello.

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