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Alberto Marino: Un “ricordo” di Pietro Zinzi

Se mi chiedete:”Con chi hai avuto più contrasti verbali e di idee nella tua vita?” Vi risponderò:”Con Pietro Zinzi!” Pensereste:”Allora vi guardavate in cagnesco?” No, no, no: ci volevamo un gran bene, come due cugini, come realmente eravamo: le nostre mamme erano sorelle. Era sempre un fiume in piena che travolge tutto quello che incontra sulla sua via, perché deve…

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Nicola Terracciano (1): COMMEMORAZIONE DELLA REPUBBLICA NAPOLETANA DEL 1799, in relazione A TERRA DI LAVORO, anche in occasione dei 215 anni della sua proclamazione (23 gennaio), (tenuta a Marcianise il 24 gennaio 2014 all’interno dell’iniziativa del locale Cenacolo Artistico -Letterario: Dalla rivoluzione a Napoli del 1799 alla nascita del nuovo Stato)

 

Esprimo anzitutto la gratitudine per l’onore dell’invito e il piacere di venire e di parlare qui a Marcianise, terza città della Provincia di Caserta coi suoi 40.000 abitanti dopo Caserta ed Aversa, in questa città importante della mia terra natale, Terra di Lavoro, alla quale nonostante tutto sono profondamente legato (essendo nato a Parete, con ginnasio-primo liceo al “Cirillo” di Aversa, docente allo stesso Liceo “Cirillo”, poi al Liceo Scientifico “Fermi”, per anni, prima dell’esperienza di preside in varie parti d’Italia, con finale approdo a Formia, ma sempre storica Terra di Lavoro).  Sono legato a Terra di Lavoro soprattutto per le sue memorie alte e nobili, che qui a Marcianise e nella vicina Capodrise, sempre storicamente collegata con Marcianise, si legano per me ai nomi del letterato risorgimentale Federico Quercia (1824-1899), dello scultore Onofrio Buccini (1825-1896), molto legato nelle sue opere alle memorie risorgimentali (dai Martiri come il vescovo Michele Natale e Leopoldo De Renzis a Domenico Cimarosa), soprattutto di Domenico Santoro (1872-1903), straordinaria e commovente figura di letterato, di garibaldino, di internazionalista, di socialista, di organizzatore di leghe contadine, del grande poeta Elpidio Ienco (1892- 1959), dell’esperienza della rivista “Crociere Barbare” (1917), di Saverio Merola (1882 – 1960), sindaco socialista e poi giellista e azionista (nelle elezioni del 1946 il Partito d’Azione  col suo simbolo “Repubblica Giustizia e Libertà” fu il secondo partito a Marcianise dietro la DC e Merola ebbe un vasto consenso, che mi è carissimo per comunanza di idealità politiche e culturali, ed è stata scoperta importante per le notizie datemi dal prof. Marino, che ringrazio anche per questo), di Carmine Cimmino (1934 – 1994) e della “Rivista Storica di Terra di Lavoro” (coi quali ho collaborato profondamente e attraverso i quali ho avuto opportunità di fare e coltivare fondamentali, preziose amicizie),  per la presenza animatrice di vera cultura e di sincero impegno civile e politico di testimoni viventi, quali ad es. il prof. Alberto Marino, che ringrazio per la stima e l’invito, e il preside Tommaso Zarrillo, che è stato anche sindaco di questa nobile cittadina con rigore e impegno costruttivo e che ha retto con competenza, con sensibilità umana e culturale il citato Liceo, anche mio, “Cirillo” di Aversa, legato nel nome alla Repubblica Napoletana del 1799. Ringrazio per la gentile e cortese presenza i colleghi presidi Domenico Rosato, coordinatore del Cenacolo, e Francesco Piccolo, il dott. Lucio Girardi e la sua gentile Signora, la prof.ssa Gigliola Georgiacodis, il dott. Francesco Letizia, e gli altri gentili amici e amiche presenti.

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IL RECUPERO DELLA MEMORIA STORICA DI SAVERIO MEROLA – Un popolare uomo politico di Marcianise e della provincia di Terra di Lavoro.

Questo  recupero dell’ “Elogio” funebre scritto dall’Avvocato Emanuele Finelli e letto in occasione dei funerali dell’ illustre figura di Saverio Merola, (Marcianise 1882 e 1960);  cfr. Opuscolo “Ricordi di Saverio Merola, pp-13-15, Ed.1970;  il Finelli ci fa conocere i valenti impegni  politici ed ammistrativi del Merola, che a tutt’oggi onorano la città di Marcianise e la provincia di Terra di Lavoro.

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La figura di Domenico Santoro (Marcianise 1872 – 1903) in una presentazione di Arturo Labriola (1)

Il passaggio dalla poesia alla politica é il momento critico di ogni partito. Si tratta sempre di sapere quanto dell’ antico entusiasmo, della prima fede gli uomini di questo partito riusciranno a conservare attraverso i ne­cessari adattamenti della vita pratica. È noto che il partito socialista italiano non ha saputo reggere a questa prova. Diventato una forza di governo, si è preoccupato sola­mente di usare la sua forza ai fini di interessi perso­nali.

Tuttavia il seme che ha germogliato nella rigogliosa pianta del partito, come l’ orgoglio vero di esso, sono quelle nature o mistiche o poetiche, che, sul primo formarsi del partito, si sono strette intorno ad un’idea e rompendo la compattezza arida e desolata del luogo, hanno,

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