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Donato Musone

Donato Musone

Elenco Sindaci ed Eletti dal Sec. XVI ( in  aggiornamento)  1506, Eletti: Antonello Fulgo, Joanne Felace, notaro Matteo Votromino e Cicho de Anna. 1507, Sindaco: Juliano Carichya, Eletti: Fabritio Imbriaco, Joanne, Ferraro, Altobello Suoene, Bello Viciglione,Grano Farina, Nardello Savalone; 1508, Sindaco: Cola Francesco deli Caprii; 1512, Eletti: mastro Alfonso de Leticia, Francesco de Basta, Alfonso de Novella e Cesare Noczione; 1516, Eletto: mastro Fonso de Leticia. 1517, Eletti: Fonse de Leticia, Nardo Pellegrino, Alfonso Peticto, Antonello Viciglione, Jesomin de Montone, Joanne Pellegrino, Lionecta Covelluczo e Perrillo de Anna. 1521, Eletti: Antonio de Colino, Oliviero de Cionto, Auditore agli Eletti, Giacomo de Caprio, Alfonso Soene, Francesco de Benedicto di Capiterise, Micco Paccone, Samo de Anna. 1527, Sindaco: Nicola Veceglione,Eletti: Dominico dela Gamba, Antonio Veceglione, Dominico Foglia, Joanne Felace. 1528, Eletto di Mse: Antonio de Galluccio. 1532, Eletti: Petro de Maffeo, Cola Gaglione, Galiecta, Joanne Morrone e Jordano Savalone. 1546, Eletto: Lonardo Foglia. 1547, Eletto: Notaro Salvatore Nuczione. 1556,

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FRANCESCO PICCOLO : COMMENTO AL TESTO “STORIA CIVILE DI MARCIANISE” DI DONATO MUSONE

Molti sono stati gli autori che finora hanno scritto opere pregevoli su Marcianise, non tutte, però, confortate da severe ricerche ma si è trattato nella maggior parte dei casi di monografie o dissertazioni mirate su determinati argomenti.

Nessuno, infatti, fino a oggi aveva mai pensato di scrivere una vera storia civile di Marcianise, forse perché mancavano nella nostra storia locale fatti di grande portata che hanno avuto influenza ed eco sulla storia nazionale o forse perché la nostra città non ha avuto tra i suoi concittadini uomini di grande valore politico, che si siano affermati in campo nazionale, tranne dovute eccezioni.

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DONATO MUSONE: UN OMAGGIO STORICO CULTURALE A GIUSEPPE CAPOBIANCO IN OCCASIONE DELLA FESTA DELLA LIBERAZIONE DEL 25 APRILE. I MARTIRI DIMENTICATI DI MARCIANISE DEL 1943

Giuseppe Capobianco

Questa iniziativa culturale nasce quando Raffaela Cecere mi segnalò l’esistenza di una pubblicazione di Giuseppe Capobianco, in cui era citato il nome di suo nonno Vito Cecere, trucidato dai Tedeschi. Successivamente mi recai da Giovanni, figlio dell’autore che mi fornì   la copia del volume dal titolo: “La Giustizia Negata, L’occupazione nazista in Terra di Lavoro dopo l’8 settembre 1943” di Giuseppe  Capobianco.  Nel leggere attentamente il volumetto, ho trovato importantissime notizie che riguardano  la storia civile della  città di Marcianise, colmando così dei vuoti  di rilevanza storica. In quanto l’autore ci informa che il 5  ottobre 1943, all’indomani della liberazione di Marcianise  <<…alcune migliaia di persone, in parte armate di fucili e pistole,-  scriveva il Tenente dei Carabinieri Antonio Naddeo –   nonché di bombe a mano tedesche, si sono riversate nelle arterie cittadine principali e sulla piazza Municipio esplodendo colpi di arma da fuoco in aria.

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ALL’ORIGINE DELLO SVILUPPO INDUSTRIALE DI MARCIANISE di Salvatore Delli Paoli

Il comparto industriale è quello che ha maggiormente inciso sulle trasformazioni economiche e sociali di Marcianise nell’arco degli ultimi cinquanta anni e non solo perché l’industria ha portato nuova occupazione, ma anche perché questo processo economico ha operato a livello di trasformazione di mentalità e di costume, oltre che esercitare un’influenza non secondaria sui ritmi di evoluzione generale della società marcianisana, che attraverso l’insediamento delle fabbriche, è entrata più decisamente nel circuito delle occasioni di sviluppo produttivo di area regionale o addirittura nazionale.

L’industria in pratica ha messo in moto un dinamismo interno alla società marcianisana fino a qual momento sostanzialmente statica, portandola verso processi di trasformazione, che nella sostanza hanno modificato i tradizionali parametri di riferimento fino a quel momento consolidati da una lunghissima plurisecolare tradizione.

Quello che, però, su di un piano sociologico, appare più significativo non è solo l’entità ragguardevole del fenomeno, quanto il fatto che esso si realizzi nel giro di pochi decenni con contraccolpi notevoli e di diversa natura (non tutti positivi) anche sugli altri settori, come pure sul tessuto comunitario cittadino.

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Franco Agrippa: Le città di Assisi e Marcianise unite dall’Ordine dei Francescani e da Raffaele Tartaglione

Se la storia della venuta dei Frati a Marcianise nel 1614 è in qualche modo nota, quella del medico Raffaele Tartaglione è sconosciuta ai più. Nato a Marcianise nel 1849 da Nicola e Angela Iuliano, fu per sei anni (1869 – 1875) medico condotto ad Assisi, per poi ritornare nella sua città natale come medico comunale e poi in servizio presso l’ospedale locale. A rinverdire la figura di Tartaglione è stato Donato Musone, responsabile dell’associazione «Risvegli Culturali» dopo aver ritrovato un opuscolo edito in occasione del trigesimo della morte del medico marcianisano (1907). Oltre il necrologio dell’allora direttore dell’ospedale, Michele Lener, nel libretto sono riportati gli articoli di giornale dell’epoca e le testimonianze di alcuni uomini illustri che lo avevano conosciuto, tra i quali due sindaci di Assisi, De Sevo e Fiumi. Musone, allora, dopo aver recuperato il documento e deciso a sua volta di voler pubblicarne la ristampa anastatica, in occasione di un suo pellegrinaggio ad Assisi con un gruppo di laici Amici di San Francesco e Chiara d’Assisi ha consegnato una copia del libretto al sindaco, Claudio Ricci, ed all’assessore alla cultura, Serena Morosi, i quali hanno apprezzato l’opera che ha fatto conoscere loro uno spaccato antico della loro città.

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Salvatore Delli Paoli: La celebrazione “NORD E SUD UNITI DALLA RESISTENZA” Milano e Marcianise nel segno del generale Malgeri, un eroe italiano: il messaggio di Pisapia

Vive nel ricordo di Alfredo Malgeri, l’indimenticato comandante della Guardia di Finanza che nella storica fotografia (pubblicata qui di fianco) si vede alla testa dei suoi uomini nella Milano del 25 aprile 1945, appena liberata dal giogo tedesco e dalla dittatura fascista, il rinnovato binomio Nord-Sud che pure, negli anni, ha subito non pochi attacchi della nostra storiografia. Un uomo del profondo Mezzogiorno che non ha esitato, nel cuore di una Milano ferita dal conflitto e di un Paese lacerato moralmente e materialmente, ad aprire una pagina di luce e speranza dopo i giorni bui della dittatura e della guerra. Come ebbe modo di scrivere Vittorio Foa, il 25 aprile fu “un’ondata irresistibile in tutto il Paese” e rappresentò “il momento dell’unità, il Sud e il Nord si ritrovarono uniti dopo storie tanto diverse. Era importante, non era distratto patriottismo, era un’esperienza reale”.

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Per non dimenticare Padre Silvano Simoncini o.f.m. – un AMICO SANTO per tutti – a cura di Giovanna Nobile e Donato Musone.

 Eri un grande uomo e io già lo sapevo.

 Avevo circa sedici anni e vivevo a Roma nel quartiere Esquilino. La mia Parrocchia era la Chiesa dei SS. Marcellino e Pietro, situata lungo Via Merulana, strada che collega la Basilica di San Giovanni a quella di Santa Maria Maggiore e facevo parte del gruppo “Vedette” dell’Azione Cattolica.

Per caso, una mia carissima amica, mi fece conoscere un’anziana signora, volontaria presso la Basilica di S. Antonio, situata proprio di fronte la mia Parrocchia, a favore di una missione in Africa. Carica di entusiasmo cominciai a frequentare dei giovani che erano coinvolti in questo progetto. Il Rettore di questa Chiesa era allora Padre Silvano Simoncini, francescano dell’Ordine dei Frati Minori, persona che mi ha sempre supportato, durante le mie prime difficoltà ad affrontare il mondo e dato consigli utili per la mia crescita interiore.Padre Silvano, un bel giorno, convoca tutti noi ragazzi nella sua segreteria e ci dice: “Perché non creiamo, con le nostre forze, un ente no-profit che aiuti realmente il prossimo?”

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Donato Musone – Marcianise ricorda con i suoi “Eroi” il 25 Aprile Festa della Liberazione.

 

La celebrazione del 25 aprile ricorda il momento culminante della Resistenza, che ha portato alla nascita della Repubblica Italiana. Anche Marcianise vanta, con fierezza, la partecipazione alla Resistenza attraverso il sacrificio di tanti marcianisani militari (Carabinieri, Aeronautica, Esercito e Marina) e civili. Particolare pensiero è rivolto a quei nostri concittadini che con amor patrio ed eroismo parteciparono alla “guerra di liberazione”- Si ricorda a tal fine: Forte Salvatore, fu Francesco e Francesca Ferraro, nato il 18.12.1918 a Marcianise, che nel 1943 è domiciliato a Minerbio (BO), il quale militò nel Battaglione Oriente della 4^ Brigata Venturoli Garibaldi, riconosciuto partigiano della guerra di liberazione con il grado di Maresciallo; nonché il giovane Italo Grimaldi, martire della resistenza nato a Marcianise il 1.4.1926 e deceduto al fronte di Piano d’Albero(FI) il 20.6.1944; i fratelli Onorato, di cui ricordiamo la recente scomparsa del prof. Luigi, che fu deportato insieme a suo fratello Giovanni in campo di sterminio, il quale Giovanni si offrì alla fucilazione dei nazisti al posto del fratello Luigi.

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