I PRETI DELLA LIBERTA’…. in abito talare seppero e vollero dare la vita in nome degli ideali.

particolare della copertina del libro disegno Giovanni Luca di Matteo.

Fabio Scandone, vaticanista del Mattino, scrive nella prefazione “I preti della Libertà”:  All’origine di ogni seria indagine storiografica non pos­sono che esservi le fonti. Ovvero i protagonisti che hanno scritto in prima persona, spesso fino a pagare con la propria vita, vicende complesse e dolorose in nome di valori forti, quali la libertà, il senso di appartenenza, la tutela dei diritti.

Lavoro certosino e altamente meritorio, allora, quello della Magmata (edizioni), che ha voluto ricostruire gli anni della rivoluzione napoletana di fine diciottesimo secolo attraverso i nomi di coloro che diedero il loro tributo di sangue ad una delle sta­gioni chiave della storia non soltanto di Napoli, ma del Mez­zogiorno d’Italia: quella fugace ma intensa stagione del 1799 che, pur con i suoi limiti, segnò un formidabile spartiacque culturale, prima ancora che politico, i cui segni ben si riflet­tono fino all’attualità controversa della metropoli simbolo del Sud dei nostri giorni.

Ma c’è per così dire, un valore aggiunto notevolissimo che rende questa ricerca ancora più interessante all’occhio dei contemporanei. Il lungo e puntiglioso elenco di martiri, infatti, proietta fasce consistenti della Chiesa in una dimensione più autentica: quella dell’impegno fino al martirio.

Ecco allora questo studio costituire la testimonianza più vera e capace di scrivere un capitolo forse inedito, contribuendo così a riscattare dall’oblio immeritato quanti in abito talare seppero e vollero dare la vita in nome degli ideali. Un filone che nella storia millenaria della Chiesa ci consente di rintracciare, anche nella lunga scia di sangue versato dai suoi protagonisti — specie di frontiera, quelli in trincea e in prima linea nelle lotte per i diritti negati —, la storia ininterrotta del coraggio e della passione morale e civile che in tutti i tempi ha visto i più umili servitori di Cristo pagare il prezzo estremo della coerenza: dai martiri dell’antichità fino a quelli del Novecento, celebrato da papa Wojtyla proprio come il secolo dei martiri.

Ed è allora che l’elenco dei religiosi caduti riportati in queste pagine può e in un certo senso deve richiamare alla nostra sensibilità di contemporanei i martiri e i sacerdoti di oggi in lotta a tutte le latitudini: dall’impegno inesausto di figure scomode ormai storiche, come Helder Camara nel Brasile delle disuguaglianze, ai martiri quali monsignor Romero, caduto sull’altare sotto i colpi degli squadroni della morte, fino al coraggio del vescovo Ruiz, difensore dei campesinos nel Chiapas messicano schiacciato dai latifondisti. E si potrebbe continuare a lungo, da padre Popielusko, assassinato nella Polonia del socialismo reale per la sua lotta per la li­bertà religiosa, ai cattolici clandestini delle nuove catacombe nella Cina del socialismo di mercato, che apre alle multina­zionali ma perseguita i non allineati al silenzio del regime.

Un percorso secolare che giunge fino ai martiri di casa no­stra, nel Mezzogiorno divorato dalla grande criminalità — ma­fia, camorra, sacra corona unita — sotto i colpi della quale sono caduti semplici sacerdoti come don Diana e don Puglisi, colpevoli solo di battaglie troppo spesso solitarie. Ecco la Chiesa dell’impegno, la Chiesa scomoda, che non si ritrae nelle stanze più o meno ovattate del potere e dei privilegi di Curia, ma che sceglie di essere in prima linea esponendosi fino al sacrificio estremo. Forse non è questo l’ambito per riproporre una contrapposizione, talora anche forzata, tra Chiesa istituzione nelle cautele delle sue gerarchie e Chiesa comunione impegnata in prima linea e spesso più audace nel combattere per i diritti degli ultimi, degli oppressi, dei senza voce. Ma proprio in quest’anno giubilare, nella chiave di lettura privilegiata dell’umiltà voluta da papa Wojtyla, anche questa ricerca arreca un importante contributo a tratteggiare un profilo di una Chiesa di confine.

Non un elenco di nomi e basta, allora, ma pagine di storia all’insegna del sacrificio che, oggi più che mai, siano da antidoto all’indifferenza, alla prospettiva angusta dell egoismo.

cfr. Edizione fuori commercio. I preti della libertà Ed.2000, sas Magma di Alfonso Gargano. p.5-7

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