Luca Palermo, storico dell’arte e critico d’arte: Sul Busto di Federico Quercia dello scultore Michelangelo Cice.

Avvicinatosi giovanissimo alla lavorazione della materia, lo scultore Cice elabora nelle sue prime creazioni una realtà plastica che fa costantemente riferimento alla sua terra d’origine, proponendo soggetti e tematiche legate al mondo contadino, alla fatica e alle emozioni di un momento storico lontanissimo nel tempo, ma ancora vivo nella memoria dell’artista.

Il passaggio dalla lavorazione di materie “povere” come la terra, la pietra e l’argilla, ad un costante utilizzo del ferro e dell’acciaio, è testimonianza del desiderio di Michelangelo Cice di sperimentare. Modellare il ferro, materia fredda, senz’anima e restituirgli dignità scultorea, plastica ed emozionale non è cosa facile, ma Michelangelo Cice lo fa con grande maestria e con profonda passione arrivando ad esiti vicini, anche se non facilmente accostabili, alla produzione in ferro ed acciaio di un altro grande artista lucano di origine, ma campano di adozione come Riccardo Dalisi. La materia plasmata dal Cice è materia grezza, pura, con i suoi pregi e i suoi difetti, senza alcuna pulizia o levigatura, la cui lavorazione restituisce sempre opere di grande impatto senza rischiare di cadere in una facile retorica o in un qualunquismo scultoreo di facile mercato.

Allontanatosi dalla lavorazione della dura pietra, non vi ritorna facilmente e, quindi, il busto raffigurante Federico Quercia può essere considerato come una felice parentesi scultorea nel senso più classico del termine.

La scelta di affidare al Cice la realizzazione dell’opera in questione non è stata casuale: uno scultore di Marcianise per effigiare un figlio di Marcianise, per rendergli omaggio e per restituire alla storia un personaggio troppo presto dimenticato dai suoi concittadini e dalla sua nazione. Commissionato dallo studioso di storia patria Donato Musone e dalla moglie Giovanna Quassone, l’opera in questione si inserisce a pieno titolo e con grandi meriti nella più vasta cornice legata alle celebrazioni per il centocinquantesimo anniversario dell’Unità d’Italia.

Dantista, filologo, letterato, Federico Quercia partecipò ai moti di Napoli del 15 maggio 1848; per le sue idee fu arrestato numerose volte e condivise l’esperienza della prigionia, dalla quale ne uscì sempre con un rinnovato rigore ideologico ed intellettuale, con personalità del calibro di Pessina, Poerio e Spaventa. Fermo sostenitore delle idee repubblicane ed unitarie, seguì, in qualità di giornalista, la spedizione dei Mille e si fece portavoce del fermento di libertà e patriottismo meridionale.

Il busto realizzato dallo scultore Cice, modellato nella terracotta a partire da una fotografia regalata a Donato Musone dallo studioso Nicola Santacroce di Caiazzo,  restituisce a pieno la forte carica umana e il forte dinamismo psicologico di una tale personalità. Lo sguardo fiero, la fronte corrucciata, la lunga barba da pensatore restituiscono un’immagine di Federico Quercia assorto in una delle sue speculazioni intellettuali; l’effigie sembra essere materia viva, le labbra socchiuse conferiscono alla composizione un’aura di sospensione, nell’attesa che il suono della sua voce possa dare nuova linfa alle sue idee e possa ridestare gli animi dormienti dei suoi concittadini.

Nell’opera di Michelangelo Cice non si avverte nessuna volontà da parte dell’artista di fare sfoggio di bravura; non c’è spazio per nessun tipo di orpello decorativo e la composizione vive di una semplicità e di una compostezza che sottolineano la grandezza del personaggio e sono sintesi perfetta del suo carattere e del suo pensiero. Il busto di Cice, come nella miglior tradizione della ritrattistica di intellettuali e filosofi, estrinseca non un mistero ma una verità e, sicuramente, la verità dell’intelletto è più difficile da esprimere che le verità del coraggio, del potere o della bellezza. L’aspetto esteriore dell’opera è specchio rivelatore del carattere di Federico Quercia, l’intera composizione materica ed estetica sembra essere portatrice dei valori dell’illustre cittadino di Terra di Lavoro: uomo semplice, sereno, ma nello stesso tempo forte e sicuro delle sue idee.

Il rischio di cadere nella retorica quando si esegue un lavoro del genere è incombente, ma il Cice riesce ad evitarlo con grande maestria: il risultato è icastico e conferma come l’artista riesca a scrutare l’interiorità del pensatore e a renderla verità estetica esteriore.

La scultura è l’arte del gesto artistico per antonomasia. La pesantezza della materia plasmata dall’artista richiede un notevole sforzo fisico ed intellettuale. La scultura ci restituisce un oggetto che vive nelle sue tre dimensioni calandosi perfettamente nella realtà e nella quotidianità, ma quando gli esiti sono alti, come nel caso del busto del Cice, alle tre dimensioni se ne aggiunge una ulteriore non percepibile con i sensi, ma percepibile con le emozioni che scaturiscono in chi dell’opera fruisce.  ( estratto dall’ opuscoletto : Luca Palermo, Sul Busto di Federico Quercia dello Scultore Michelangelo Cice, a cura di Donato Musone, Aversa, 2003, ISBN 978-8890540288)

 

 

Luca Palermo: storico dell’arte e critico d’arte. Dopo studi classici, ha conseguito, nel 2004, la laurea di primo livello presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università Federico II di Napoli, con tesi in Storia dell’arte contemporanea.        Nel 2007 ha conseguito con lode il diploma in Regia e Produzione video presso l’Accademia del Cinema di Bologna;                                                                                                 Nel 2008 si è specializzato con lode presso la Facoltà di Lettere e Filosofia della Seconda Università di Napoli, con tesi in Storia dell’arte contemporanea.                           Nel dicembre 2010 ha conseguito con lode il diploma di Scuola di Specializzazione in Beni Storico Artistici, discutendo la tesi in Storia dell’arte Contemporanea. Attualmente frequenta il Dottorato di Ricerca in “Metodologie conoscitive per la conservazione e valorizzazione dei beni culturali” presso la Facoltà di Lettere e Filosofia della Seconda Università di Napoli, occupandosi delle più recenti tendenze dell’arte contemporanea nazionale ed internazionale.

1 Commenti

  • by Marcos
    Posted 24 Marzo 2021 04:15 0Likes

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